Meglio un Amore o un Torcicollo?

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Coppie in tempo di crisi

Ufficio stampa Marino Midena
Consulenza musicale di Massimo Gervasi
Allestimento Carlo Mastrogiacomo

In scena Federica Festa, attrice-autrice comica che ha lavorato con Serena Dandini, ha collabora con Dacia Maraini, ha vinto nel 2007 il premio Mezzogiorno come migliore attrice emergente italiana.
Daniele Miglio nato e cresciuto al fianco di Fiorenzo Fiorentini, con cui ha collaborato per anni, è apparso sul  grande schermo con il film “Romanzo Criminale” e “Vallanzasca”.

Lo spettacolo comico Meglio un amore o un torcicollo?, una nuova produzione dell’associazione Teatro23, racconta di due irrisolti attori romani, Federica e Daniele appunto, che si ritrovano, loro malgrado, a fare uno spettacolo teatrale sull’amore.
Mentre da un lato infatti si alternano otto sketch classici della comicità del ‘900 -dall’avanspettacolo alle scenette della prima tv fino alla narrativa contemporanea – dall’altro i due attori non mancano di far sorridere delle loro stesse insicurezze sentimentali, tra l’attesa di un sms e l’incontro di un ex, mentre sullo sfondo la crisi economica sembra condizionare le loro scelte. Eppure non e’ così perché ogni sera lo spettacolo cambia…
Si ride certo, ma ci si rispecchia anche un po’.
Tra uno sketch e l’altro accompagnati da bravi celebri d’amore, i due attori si raccontano.

Il finale dello spettacolo è affidato al pubblico, che deciderà, attraverso una votazione, se far trionfare l’amore o il torcicollo, e quindi segnare l’esito degli eventi dei due protagonisti.
Gelosia e tradimento sono al centro della scena, ma non mancano le coppie che discutono di cibo, dieta e calcio, figli. Tutto intorno al tema della coppia, del confronto tra donna e uomo, in quel continuo attrarsi e respingersi che è il gioco d’azzardo forse più avvincente nella vita.
Uomini e donne che si parlano e a volte non si capiscono, che si guardano e non si vedono, nella continua dimenticanza che siamo diversi…

Cast:

In scena Federica Festa, attrice-autrice comica che ha lavorato con Serena Dandini, ha collabora con Dacia Maraini, ha vinto nel 2007 il premio Mezzogiorno come migliore attrice emergente italiana.

Daniele Miglio nato e cresciuto al fianco di Fiorenzo Fiorentini, con cui ha collaborato per anni, è apparso sul  grande schermo con il film “Romanzo Criminale” e “Vallanzasca”.

Regia

Matteo Festa, sceneggiatore  e autore teatrale, svolge regie teatrali.

 

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Il Volo delle Farfalle

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FEDERICA FESTA
In
IL VOLO DELLE FARFALLE
La scomparsa di Emanuela Orlandi
Scritto da Federica Festa e Matteo Festa
Supervisione Marco Delle Fratte
La voce di Emanuela è di Francesca La Scala
Tecnico Carlo Mastrogiacomo
Foto di scena di Enzo Maniccia
 
 
Nello spettacolo che Federica Festa ha dedicato a uno dei più oscuri misteri degli anni Ottanta tre personaggi femminili danno voce e corpo alla storia: una venditrice di souvenirs del Colonnato di San Pietro, una suora, la sorella della Orlandi. Tutte e tre toccate in modo diverso da questa scomparsa.  La ricostruzione dell’intricato destino di Emanuela diventa  una grande sfida al silenzio, all’omertà, ai depistaggi che  hanno lasciato la famiglia Orlandi sola, accanto all’ombra di un’assenza.
“Lo spettacolo  nasce da un commistione di sensi del dovere: di donna, di romana, di italiana, di attrice, di coetanea” è così che Federica Festa presenta il suo nuovo spettacolo, diretto e interpretato come di consueto da lei stessa.Io avrei la stessa età di Emanuela “dice” se lei non fosse stata sottratta all’attesa di quell’autobus. Come lei, da adolescente passeggiavo spesso tra san Pietro e Largo Argentina, come lei suonavo il flauto, indossavo jeans e scarpe da ginnastica. Mio zio era Monsignore, viveva nella Canonica del Vaticano e ho respirato a lungo nelle domeniche in visita a Zio Don Mario l’aria mista di Talco Roberts e mirra di quelle sale silenziose e vuote, dove poter parlare solo sottovoce e camminare a testa bassa.
Sono cresciuta con la storia della  scomparsa di Emanuela e i primi giorni  dopo quel 22 giugno 1983 i miei genitori mi dissero che non volevano che uscissi più da sola.”

 Critica di stampa e di settore

Lo spettacolo molto toccante è, forte della licenza poetica, un duro attacco al silenzio del Vaticano, parte questa particolarmente apprezzata dai familiari della vittima.
Laura Landolfi, Il Riformista
 
C’è l’intenzione di utilizzare il teatro per guardare in faccia un mistero, per conoscerlo meglio, per averne meno paura, mostrando dall’inizio alla fine e attraverso una puntigliosa analisi delle sentenze della Procura di Roma e delle interviste ai protagonisti, ai testimoni, ai familiari, lo scenario completo di questa mai risolta tragedia umana.
Emilia Costantini, Corriere della sera

La venditrice di souvenir, assolutamente il carattere più riuscito, che guarda la storia dall’esterno.Paola Polidori, Il Messaggero

Uno spettacolo che merita di essere visito perché realizzato con garbo; col garbo di chi vuol raccontare una storia senza sfruttarne i lati più oscuri ed inquietanti soltanto per rendere più appetibile la messa in scena.
Camilla Barbieri, Recensito.net

Parole e sentimenti semplici per un’opera che non lo è affatto, come non lo è ricordare ancora quegli eventi a distanza di più di venticinque anni. Tuttavia scegliere di portare in scena uno degli eventi di cronaca più oscuri e irrisolti dell’ultimo trentennio di storia italiana non è evidentemente stato un caso, dal momento che recentemente ulteriori dichiarazioni sono andate ad aggiungersi al bagaglio già consistente di illazioni, conferme e smentite e, come la stessa regista ha confermato in chiusura di spettacolo l’altra sera, obbligandola a riscrivere parte del copione a spettacolo già iniziato.
Soffermarsi sul mestiere, sul talento innegabile di quest’attrice e della sua regia, è praticamente superfluo; basta assistere a questi sessanta minuti coinvolgenti, che non disdegnano neanche di suscitare sorrisi e commenti divertiti, senza mai perdere di vista quel filo rosso, accorato, legato al viso dolce di una ragazza scomparsa nel nulla, e al dolore e al ricordo di chi l’ha conosciuta. Un volo di farfalle lieve come il loro battito d’ali sottolinea i passaggi d’animo e d’intenzione delle molteplici interpretazioni della Festa, aiutata dalla sua fisionomia intensa e attenta. Luisa Monnet, Teatro.org

 
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Ricreazione!

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IN TERZA B CON LA PROF. Di LETTERE DI MARIA STELLA GELMINI

Di e Con
Federica Festa

Supervisione di Rocco Ciarmoli
Voce preside di Eugenio Masciari

VINCITORE DEL PREMIO
“Vittorio Mezzogiorno”

(vinto già da Ascanio Celestini, Davide Enia,Valerio Mastrandrea) come miglior attrice emergente.

Suona la campanella…
Gli spettatori-studenti entrano in sala e si trovano in un’ aula scolastica in tutto e per tutto:
per ognuno di loro un banco verde e una sedia li aspetta.
In cattedra la prof. Spinelli, buffa e severa insegnante di lettere, precaria da ventidue anni e ormai stanca di aspettare una cattedra che non arriva mai. La troviamo addormentata sui temi di italiano da correggere, ma la campanella anche questa volta la sveglia e inizia la sua ora di lezione, in terza B.
Appello, giustificazioni, spiegazione del Manzoni, consegna compiti e interrogazioni a tappeto proprio come tante altre mattine, ma qualcosa rende quel giorno unico.
Il bidello consegna una circolare di sospensione dall’incarico per la prof Spinelli per inadeguatezza professionale…
La nostra prof, metafora di una scuola in cui i presidi chiedono agli allievi di connettersi ad internet perché non sanno farlo, ha vissuto per anni tra luci al neon, graduatorie, antologie e sedie che rompono le calze. Ha difeso il crocifisso nelle aule come simbolo dei valori della nostra società, della solidarietà. E ora quella stessa scuola la mette alla porta.
Di fronte ai suoi studenti la sua austerità si scioglie, e la prof si ritrova a interrogarli ancora una volta, ma non sul Manzoni, ma sulla scuola che vorranno.
In compagnia di una prof antiquata e severa, ma buffa e maldestra, appassionata di poesia e di coccoina, dell’epoca della Restaurazione si compie un viaggio divertente in una terza B di oggi.

CRITICA DI STAMPA E DI SETTORE:

“L’irresistibile professoressa che sa tutto sulla Gelmini”

Carlotta de Leo, Corriere della Sera

“Ricreazione: Diverte, impegna, appaga.”

Tiberia de Matteis, Il Tempo

“L’insegnante Spinelli travolge il pubblico”

Gabriella Gallozzi, L’unità.

“Il talento indiscusso di Federica, la sua comunicativa, la capacità di far ridere trattando un tema attuale e scottante. Il fatto che il suo é uno spettacolo “piccolo”, fatto con pochi mezzi, ma che a maggior ragione é la prova che il teatro fatto con passione e amore, e la recitazione in generale, non hanno bisogno di molti orpelli, né di grandi mezzi.Anche attraverso poche cose, si può emozionare e far ridere, con le sole doti dell’attore”

Giovanna Mezzogiorno, Attrice

La professoressa Festa-Spinelli mette tutti al proprio posto e lo fa con un’ironia garbata ed elegante. La sua comicità è così autentica da sconfinare ogni tanto in un riso dal gusto un poco amaro, dovuto a una riflessione attenta su una scuola che giorno dopo giorno testimonia la sua crisi, attraverso il disagio sociale del precariato. E in questa condizione di precarietà in cui si trovano insegnanti, giovani, ideali e perfino le mura delle aule una sana ricreazione diventa il miraggio di una nuova scuola.
Consigliato ai professori, quelli veri, ai genitori, agli alunni.”

Tiberia de Matteis, Roma C’è

GLI SPETTATORI HANNO SCRITTO

(tratto da Il diario dello spettatore, Festival OperaPrima, Teatro del Lemming, Rovigo)

Ho rivissuto un bel sogno di quando ero a scuola tanto che mi dispiace che fosse l’ultimo giorno (di scuola)
M’ero persino affezionato alla prof.

Davvero divertente e velato di una critica sottile.

Samuele

Un’attrice stupenda, bravissima ci ha divertito
tantissimo con intelligenza ed ironia, ma ci ha spiazzato
alla fine con dolcezza e malinconia.
Forte forte forte!!!

Anonimo

Stupendo, meraviglioso! Complimenti all’insegnante bravissima!

Anonimo

L’ho trovato divertente e allo stesso tempo reale!!!

Anonimo

In alcuni momenti ho creduto di essere veramente a scuola!
Grazie a Federica!!!

Anonimo

Ho appena fatto un viaggio nel tempo ma a scuola non
ricordo di essermi mai divertita così. Grazie, è stato per
me anche molto commovente perché lo spettacolo si è
svolto nella mia scuola superiore.
Buon lavoro.

Camilla

Geniale, originale, da portare nelle scuole.Anonimo

Ho riso un sacco, mi sono molto divertita ma è stata anche un’ora dei “perché”, una riflessione sulla capacità delle istituzioni di annullare le persone.
E di come i giudizi arrivano sempre a colpirti alle spalle.
Che poi ti rendi anche conto di quanto sai bene la pubblicità
e poco le poesie. Che amarezza!

Anonimo

Federica Festa è molto brava.
Lo spettacolo mi è piaciuto molto, è stato un ritorno alle superiori assai divertente.Magari le prof. fossero state tutte cosi. Avremmo appreso il doppio divertendoci: o forse no?

Anonimo

Divertente.
Con qualche tocco di poesia. Da morir dal ridere!
Bravissima prof, leggera, immediata, capace di essere
drammatica e poetica, bella la mimica.

Uno spettacolo che rivedrei volentieri!

Elisabetta Mazzulla

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Rosso Fisso

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Rosso Fisso

ROSSO FISSO è uno spettacolo teatrale che non si può ignorare. Entrate nella sala e lei, autrice e attrice, vi accoglie nella stanza del salotto buono, come se foste suoi amici da sempre, che arrivano per un’occasione importante. Vi accompagna verso comode poltrone e vi fa sedere come se vi trovaste nella sua casa, chiedendovi come state.
Piano, piano, anche lei con il suo parlare confidenziale, vi racconta come sta, partendo da sé, e da tutti i perché di una donna in crisi e di sinistra.
Perché Ustica? Perché la tragedia del Vaiont? Perché hanno ucciso Pasolini? Fino ai perché più attuali: Perché Sgrena? Perché hanno ucciso Calipari? Perché non ritirano le truppe dall’Iraq?
Rispetto a questa realtà e alla sua oscura sostanza, lo sguardo vorrebbe ritrarsi, ma non può. E le domande, veloci e rapidissime come meteore, fanno ripensare con dolore alla storia
più recente.

Federica Festa, in una recitazione serrata, comicissima, tanto da ricordarci i grandi Massimo Troisi e Paolini e Lella Costa, non dà risposte a queste domande, che l’assalgono in certi momenti di  particolare “luce rossa”, per nulla osé, di riflessione forte, fatta a voce bassa e ripetuta come un’ossessione.
Rosso fisso è la cronaca di uno spaesamento, ma i principi, quelli della sinistra, etici e politici, in cui continuano a dibattersi le donne, quelli vengono salvaguardati. Fanno parte del dna e non c’è crisi, buio, angoscia, o notte, capace di annullarli

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